martedì 3 novembre 2015

Parole Celate, mappa allegorica del cammino spirituale dell’uomo

di Adriano Savi
Primo di due articoli sulle Parole Celate


Era il 1858 e, istigati dai mullá, i governi turco e persiano stavano complottando per distruggere la comunità bábí. Bahá’u’lláh rimase calmo e sereno, incoraggiando e ispirando i Suoi seguaci e scrivendo imperiture parole di consolazione e di guida. ‘Abdu’l-Bahá narra di quei giorni:
Bahá’u’lláh Si recava spesso a passeggiare sulle rive del Tigri, ne ritornava col sembiante felice e Si metteva a scrivere quelle gemme liriche, colme di saggi consigli che tanto aiuto e balsamo hanno portato a migliaia di cuori addolorati ed angosciati. Per molti anni esistettero soltanto pochissime copie manoscritte delle Parole Celate e anch'esse dovevano essere tenute nascoste con cura, per evitare che cadessero nelle mani dei molti nemici, ma ora il piccolo volume che lo contiene è probabilmente il più conosciuto fra gli Scritti di Bahá’u’lláh ed è letto in tutte le parti del mondo. (John E. EsslemontBahá’u’lláh e la nuova Era 57)
Le Parole Celate sono una raccolta di aforismi scritti quasi fosse la voce di Dio Stesso a parlare. L’introduzione le presenta come una sintesi degli insegnamenti dei Profeti dell’antichità offerta…
…quale pegno di favore ai buoni, acciocché possano rimanere fedeli al Patto di Dio, adempiendo nella vita la Sua consegna ed ottenendo nel regno dello Spirito la gemma della virtù divina (Bahá’u’lláhParole Celate, Introduzione)
Un’opera breve ma densa di significati che, per essere meglio compresa, necessita di studi approfonditi, come, ad esempio: Diana Lorice Malouf, Unveiling The Hidden Words. Questo articolo si limita a suggerire alcune idee con l’intento di incoraggiare la lettura delle Parole Celate.

Scritte nel linguaggio allegorico degli scritti sacri, esse descrivono, per abbozzi successivi, senza apparentemente seguire un filo logico, il cammino spirituale dell’uomo attraverso un paesaggio metaforico che simboleggia sentimenti e passioni che l’uomo deve scegliere di dominare per giungere alla meta dell’incontro con Dio.

Il cammino ha inizio con la creazione (A3)*. Questa è predisposta per la formazione della più diletta fra le Sue creature, l’uomo, nel quale Egli incide la propria immagine, chiamandolo davanti a Sé, in un “puro e radioso mattino… all’ombra dell’albero della vita piantato nel paradiso di ogni gloria”, e lo stringe a Sé con un Patto d’amore (P19): Dio promette di manifestarSi e di aiutarlo e l’uomo promette di riconoscerLo e obbedirLo. Poi Dio lo manda sulla terra per mettere alla prova la sua fedeltà a quel Patto di reciproco amore.

Sulla terra l’uomo si trova in bilico fra il mondo materiale e il mondo spirituale. Il primo, fugace e insidioso, gli offre un’occasione (P21) da non perdere perché non gli sarà più data (P40): dimostrare la propria fedeltà al Patto di Dio.

L’essenza di questo Patto è descritta come distacco dal mondo materiale, rinuncia ai propri desideri e alla propria volontà, e sottomissione al volere di Dio (P19). In cambio l’uomo ottiene “una sovranità antica, imperitura, sempiterna” (A1).

Le Parole Celate spiegano che Dio rivela all’uomo la Sua Parola e gli conferisce generosi doni spirituali (A70) attraverso un Intermediario umano, «la manifestazione della [Sua] santità» (P27).

L’uomo è pertanto invitato a volgersi verso l’Intermediario divino (P9) e a prestare "ascolto" (P7) a ciò che Egli gli rivela. Infatti le Sue parole rivelano all’uomo il volere di Dio, ossia le clausole del Patto stretto tra loro in quel "radioso mattino". Queste clausole sono esposte in forma di "leggi" (A38), "comandamenti" (A39) e "consigli" (A39). Eppure, per quanto grandi siano, queste parole e questi doni sono "in armonia con le… capacità e [l’] intelletto [dell’uomo], non [con lo]… stato e con la melodia della… voce [di Dio]" (A67).

Se l’uomo vuole ricevere i doni di Dio, deve cercarli con un proprio atto di libera scelta compiuta per amore (A5), cioè che, nonostante la seduzione della vita materiale, egli scelga di essere fedele al Patto di Dio, obbedendo alle sue clausole. Purtroppo l’uomo è spesso infedele. Talvolta passa accanto all’Intermediario divino senza riconoscerlo e lo ignora o, peggio, lo perseguita. Dio continua, comunque, a guidarlo e lo incita a riprendere il cammino in direzione del ricongiungimento.

Anche per chi ha riconosciuto il cammino e la necessità di intraprenderlo permane un formidabile ostacolo sul percorso: l’attaccamento all’io e al mondo.

L’attaccamento all’io è un ostacolo che l’uomo ritrova in se stesso. Altri ostacoli sono invece esteriori. Sono le prove che Dio gli manda per consentirgli di dimostrare il proprio amore per Lui. Anche le cattive frequentazioni sono un ostacolo sulla via. L’uomo che conosce le proprie mancanze si illude che esse rimangano nascoste e che egli rimarrà impunito, ma Dio, che conosce tutto, tuttavia non le palesa. Solo alla fine chiama l’uomo a render conto delle proprie azioni.

Nonostante le debolezze dell’uomo, le Parole Celate esprimono fiducia nella sua capacità di successo. Esse sono quindi un testo di ispirazione che, opportunamente meditato, guida e sprona l’uomo parlando direttamente al suo cuore. Sono anche uno scritto etico, ma non contengono freddi elenchi di precetti, bensì le esortazioni di un Padre saggio e amorevole che ricorda ai figli gli insegnamenti che ha sempre impartito toccando le corde più intime dei loro cuori.

In un articolo successivo vedremo più nel dettaglio gli insegnamenti etici delle Parole Celate che sono, in qualche modo, sintetizzati nell’esortazione “Abbi un cuore puro, gentile e radioso” (A1).

Articolo successivo: Le Parole Celate e l'etica di un cuore puro, gentile e radioso

Fonti:

* (A3) sta a indicare Parole Celate, dall’arabo, n. 3, come la successiva indicazione (P19) sta a indicare Parole Celate, dal persiano, n. 19. Da qui in poi per tutte le citazioni dalle Parole Celate si adotterà questo tipo di abbreviazione. Il testo adottato è Le Parole Celate di Bahá’u’lláh, 9° ed. Casa Editrice Bahá’í, Roma, 1993.

Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá'í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti baha’i invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi. (Bahá’u’lláhParole Celate, Arabo, n.2)

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