di Layli Miller-Muro
Terzo articolo della serie: La cultura del servizio all'umanità
Originale in inglese su bahaiteachings.org
Secondo gli insegnamenti divini in questa gloriosa dispensazione non dobbiamo sminuire e chiamare ignorante nessuno dicendogli: «Tu non sai, ma io so». Al contrario, dobbiamo guardare agli altri con rispetto e quando ci sforziamo di spiegare o dimostrare qualcosa, dobbiamo parlare in atteggiamento di ricercatori della verità, dicendo: «Ecco, abbiamo questo davanti a noi. Cerchiamo di stabilire dove e in quale forma sia possibile trovare la verità». Chi insegna non deve reputare se stesso dotto e gli altri ignoranti. Un pensiero di questo genere alimenta l'orgoglio e l'orgoglio non aiuta a esercitare influenza sugli altri. Chi insegna non deve credersi in nulla superiore: deve esprimersi con infinita gentilezza, umiltà e modestia, perché un discorso siffatto influenza e educa le anime. (‘Abdu’l-Bahá, Antologia 37)Coerentemente con la visione bahá’í che considera l’umiltà come il miglior presupposto per l’impegno sociale, i nostri rapporti con le comunità nelle quali prestiamo il nostro servizio devono essere improntati al rispetto e alla disponibilità ad imparare da tutti e non essere mirati ad imporre una norma, una cultura o un sistema di valori al posto di un altro.
I vecchi schemi del colonialismo, con il loro concetto di superiorità di una “cultura in quanto più avanzata” rispetto ad un’altra, purtroppo sono ancora oggi presenti in molte iniziative di aiuto allo sviluppo. La convinzione che coloro che sono più ricchi e che hanno ricevuto una istruzione migliore debbano donare le proprie risorse e idee dominanti a coloro che sono meno fortunati è inaccettabile in un contesto bahá'í ed è sempre più aspramente criticata anche nel mondo degli aiuti allo sviluppo internazionali.
Al contrario i bahá’í credono che umiltà e spirito di servizio verso gli altri promuovano un genuino altruismo.
Le azioni sociali di ispirazione bahá'í riconoscono l’incredibile potenziale di ciascun essere umano e incoraggiano lo sviluppo di capacità all’interno delle comunità e non la dispensazione paternalistica di consigli o risorse materiali:
Pertanto l’azione sociale può implicare la fornitura di beni e servizi in una qualche forma, ma il suo scopo primario deve essere quello di costruire in una data popolazione la capacità di creare un mondo migliore. Il cambiamento sociale non è un progetto che un gruppo di persone porta avanti a beneficio di altri. (Casa Universale di Giustizia, Messaggio di Ridvan 2010)Tutto ciò non significa che coloro che hanno mezzi ed esperienza non debbano impegnarsi ad aiutare chi ne ha bisogno. Tuttavia, per essere efficace nel lungo termine, questo impegno deve essere portato avanti con spirito di umiltà e con sincero interesse alla comprensione e al supporto reciproci. Quando uno si impegna a servire ne trae spesso più beneficio di coloro che ha servito. Questa pariteticità di posizioni la ritroviamo nel concetto bahá’í di azione sociale. Si tratta di un atteggiamento che sfida la diffusa nozione di superiorità, così spesso inconsciamente promossa in tante attività di beneficenza. Questo atteggiamento trova le sue radici nel principio bahá’í dell’unità del genere umano che è il principio guida per tutte le iniziative bahá'í di azione sociale:
O FIGLIOLI DEGLI UOMINI!Il principio dell’unità del genere umano, che enfatizza l’eredità e il destino comune di ogni individuo, implica maggiore attenzione alla spiritualità e un rapporto alla pari con coloro ai quali prestiamo il nostro aiuto:
Non sapete voi perché vi creammo tutti dalla stessa polvere? Affinché nessuno esaltasse se stesso sull’altro. Ponderate costantemente nei vostri cuori in qual modo foste creati. Poiché vi abbiamo creati tutti da una stessa sostanza, v’incombe d’essere appunto come un’anima sola, di camminare con gli stessi piedi, di mangiare con la stessa bocca e di dimorare sulla stessa terra, affinché dal vostro intimo essere, mercé il vostro operato e le vostre azioni, possano manifestarsi i segni dell’unicità e della rinunzia. Tale è il mio consiglio per voi, o moltitudine di luce! Date ascolto a questo consiglio affinché possiate raccogliere il frutto della santità dall’albero della meravigliosa gloria. (Bahá’u’lláh, Parole Celate, n.68 dall’arabo)
È solo per opera dell’alito dello Spirito Santo che si può ottenere lo sviluppo spirituale. Il mondo materiale, per quanto progredisca, per quanto splendidamente si adorni, non è mai altro che un corpo senza vita, se in esso non c’è un’anima, perché è l’anima che dà vita al corpo. Il corpo da solo non ha alcuna valore. Privo delle benedizioni dello Spirito Santo il corpo fisico rimarrebbe inerte.Articolo precedente:
In breve, dobbiamo tutti essere amanti della verità. Cerchiamola in ogni stagione e in ogni paese, evitiamo con cura di attaccarci alle personalità. Vediamo la luce ovunque essa brilli e cerchiamo di riconoscere la luce della verità ovunque essa sorga. Aspiriamo il profumo dalla rosa fra le spine che la circondano. Beviamo le acque che sgorgano da ogni sorgente pura…
Avete nel cuore amore per l’umanità e, per quanto vi è possibile, vi adoperate nelle opere di carità e nella promozione dell’unità. Questo è ciò che Bahá’u’lláh voleva. (‘Abdu’l-Bahá, Saggezza 145)
Soluzioni spirituali per i problemi dell’umanità
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Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá’í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti bahá’í invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi.
(Bahá’u’lláh, Parole Celate, Arabo, n.2)
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