martedì 8 dicembre 2015

Nessun progresso senza parità tra i sessi

di David Langness
Originale in inglese tratto da bahaiteachings.org

Quinta parte delle serie: una nuova era di progresso umano

"L’uomo e la donna sono come due ali di un uccello" - Foto di David Iliff - License: CC-BY-SA 3.0
…finché la donna e l’uomo non riconoscano o non pratichino la parità, non sarà possibile alcun progresso sociale e politico né qui ne altrove. Il mondo dell’umanità consiste infatti di due parti o membri: una è la donna, l’altra l’uomo. Finché i due membri non avranno pari forza, non potrà essere stabilita l’unità del genere umano né realizzate la sua felicità e la sua gioia. A Dio piacendo, così deve essere.  (‘Abdu’l-Bahá, The Promulgation of Universal Peace 77, traduzione personale)
L’uomo e la donna sono come due ali di un uccello e quando entrambi le ali si saranno rafforzate con lo stesso impulso l’uccello dell’umanità sarà capace di levarsi verso il paradiso all’apice del progresso. (‘Abdu’l-Bahá, Divine Philosophy 82, traduzione personale)
Fino a quando non ci sarà una completa uguaglianza tra l’uomo e la donna il mondo dell’umanità non farà progressi eccezionali. (‘Abdu’l-Bahá, Star of the West, Volume 3, p. 206, traduzione personale)
Secondo gli insegnamenti bahá'í non può esserci vero progresso senza uguaglianza tra i sessi.

I ricercatori hanno mostrato che, anche tra i livelli economici più bassi, le nazioni che hanno emancipato ed educano le loro donne, prosperano molto di più rispetto alle nazioni che non garantiscono alle donne diritti legali. Infatti i paesi più poveri e sotto sviluppati, tra i quali la maggior parte si trova in Africa o nel mondo mussulmano, tende ad opprimere sistematicamente le donne e a negare loro i diritti umani. Dalla mutilazione genitale alla negazione del diritto di possedere beni o di lavorare fuori dalle mura domestiche, fino a consuetudini di controllo patriarcale profondamente radicate nella cultura locale, i paesi più poveri e arretrati del mondo hanno tutti una cosa in comune: tutti negano alle donne piena e paritaria partecipazione nella società.

Ovviamente questo è ragionevole. Qualsiasi gruppo, che operi utilizzando metà del proprio potenziale, otterrà solo una piccola porzione di quello che potrebbe potenzialmente ottenere. Le società che escludono le donne da posizioni paritetiche nei ruoli di rilievo non fanno altro che legarsi una mano dietro la schiena. Senza il contributo delle donne alla vita intellettuale, sociale ed economica di una cultura, quella cultura è destinata a restare indietro rispetto alle potenzialità del proprio progresso.

Esaminando nei dettagli le ricerche sulla prosperità globale si nota facilmente qualcosa di rilevante: i paesi che hanno scelto di educare le loro donne e di garantire loro uguaglianza di diritti legali, sono progrediti, anche se hanno attraversato periodi oscuri di colonialismo, povertà, schiavitù e tirannia. Nazioni come l’India, la Cina, l’Indonesia, il Brasile, la Turchia e la Corea del Sud, fino a poco tempo fa, condividevano tutte le stesse condizioni difficili, fino a quando hanno emancipato le loro donne. A differenza dei paesi che hanno mantenuto le donne in stato di sottomissione, impiegandole nei tradizionali ruoli subalterni, nessuno di questi è rimasto nella lista delle peggiori economie del mondo e molti di loro oggi prosperano.

Secondo gli insegnamenti bahá'í questi dati evidenti sono il risultato della crescente consapevolezza, a livello mondiale, che la parità tra uomini e donne si basa su un principio spirituale innegabile:

Nel regno umano si osserva invece una grande differenza; il sesso femminile è trattato da inferiore, e non gli sono permessi diritti e privilegi comuni al sesso maschile. Questa condizione non è dovuta alla natura, ma all'educazione. Nella creazione divina non c'è questa diversità. Un sesso non è superiore all'altro agli occhi di Dio. Perché dunque deve un sesso proclamare l'inferiorità dell'altro negandogli diritti e privilegi, come se Dio gliene avesse dato autorità?
…La Giustizia Divina richiede che i diritti di ambo i sessi siano ugualmente rispettati perchè nessuno è superiore all'altro agli occhi del Cielo. La dignità al cospetto di Dio non dipende dal sesso, ma dalla purezza e dalla luminosità del cuore. Le virtù umane appartengono ugualmente a tutti! (‘Abdu’l-Bahá, Saggezza 200)
Così quando pensiamo al progresso, a come la società possa migliorare nel tempo, dobbiamo considerare innanzi tutto il ruolo centrale delle donne:
L'uomo, dotato di una ragione superiore, completo nei conseguimenti e nella comprensione della realtà delle cose, non vorrà sicuramente consentire che una parte dell'umanità rimanga nel difetto e nella privazione. Ciò sarebbe una grandissima ingiustizia. Il mondo dell'umanità ha due ali: il maschio e la femmina. Finché le due ali non abbiano pari forza, l'uccello non potrà volare. Finché il mondo femminile non consegua lo stesso grado conseguito dall'uomo, finché la donna non entri nella stessa arena delle attività, l'umanità non potrà fare cose straordinarie, l'umanità non potrà spiccare il volo verso le vette di un vero conseguimento. Quando le due ali o parti avranno pari forza, godranno delle stesse prerogative, il volo dell'uomo diverrà elevatissimo e straordinario. perciò la donna deve ricevere la stessa educazione dell'uomo e ogni disparità dovrà essere appianata. Così, dotata delle stesse virtù dell'uomo, attraversando tutti i gradi delle conquiste umane, le donne diverranno pari agli uomini. Finché questa parità non sarà realizzata, il vero progresso della razza umana non sarà facilitato. (‘Abdu’l-BaháThe Promulgation of Universal Peace 374, traduzione personale)
Quando, in una qualsiasi società, le donne otterranno una piena uguaglianza, quella società progredirà, prospererà e fiorirà.

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Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá'í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti bahá'í invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi. (Bahá’u’lláhParole Celate, Arabo, n.2)

1 commento:

Unknown ha detto...

A volte mi viene da pensare che la natura umana, anziché di carattere spirituale, sia solo e brutalmente materiale. L'uomo ha sempre cercato di prevaricare la donna o di costringerla negli angoli più bui della vita sociale. Un essere di secondo piano che non aveva diritti, ma solo doveri. E' vero ci sono state delle eccezioni, da Cleopatra alle regine d'Europa che hanno raccolto attorno a sé eserciti per conquistare e dominare nuovi territori. In alcune parti della terra questo concetto della sussidiarietà della donna rispetto all'uomo persiste e questo si rileva anche in occidente, anche se con forme molto più velate e a volte impercettibili. Ma il punto di domanda è: cosa significa veramente parità di genere? Perché continuiamo a guardare agli esseri umani come uomini e donne, maschi e femmine e non, appunto, esseri umani? Forse basterebbe solo questo per trasformare un po' le cose. Ci sono uomini talentuosi e altri no. Ci sono donne talentuose e altre no. Cosa significa questo? Che non esiste un genere che prevale un altro e che tutti gli esseri umani dovrebbero imparare a convivere uni con gli altri, innanzitutto, garantendo il massimo rispetto. Questa parola però non ha un significato univoco: per taluni il rispetto significa ascoltare le opinioni degli altri e considerarle, per un altro semplicemente salutare la gente quando la si incontra per strada. In definitiva, quello che desidero esprimere, è che se da una parte l'uomo deve sforzarsi di comprendere un universo diverso dal suo, lo stesso deve fare la donna sulla quale, dal mio punto di vista, pesa anche il compito di imparare a rispettare se stessa, prima ancora che lo facciano gli altri. E questo anche alla luce degli insegnamenti divini che parlano all'umanità e chiedono all'umanità di elevarsi moralmente e spiritualmente, di spogliarsi dei pregiudizi, di istruirsi ed essere pronti a rispondere alle sfide. Sicuramente uomini e donne hanno dei talenti diversi che servono a creare quell'unità nella diversità che arricchisce qualsiasi comunità. Credo che l'argomento non potrà mai trovare una parola conclusiva, ma avere a disposizione molti scritti che ci aiutano a comprendere la nostra vita interiore e leggere le implicazioni delle nostre azioni, è senz'altro un meraviglioso modo per provare a comprenderlo e metterlo in pratica nel breve spazio della nostra vita terrena.

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