domenica 27 dicembre 2015

La nascita della cattedra bahá’í per la pace all'Università del Maryland

COLLEGE PARK, MARYLAND, Stati Uniti d'America, 24 dicembre 2015, (BWNS)

Hoda Mahmoudi, titolare della cattedra bahá'í per la pace mondiale (Baha'i World News Service)

30 anni fa la Casa Universale di Giustizia ha pubblicato La promessa della pace mondiale, un’innovativa dichiarazione indirizzata ai popoli del mondo sul tema della pace globale.

Presentata a oltre 80 leader mondiali, La promessa della pace mondiale è stata pubblicata in un momento in cui la minaccia di un annientamento nucleare incombeva sull'umanità. Ma essa ha affermato che la pace globale è l’inevitabile fase successiva dell'evoluzione sociale dell'umanità. Che la via da percorrere per conseguire la pace comporti enormi sofferenze, tuttavia, dipende dalle decisioni dei leader del mondo e dei suoi popoli. La lettera presenta un'avvincente disamina delle cause della pace ed estende la sfida della pace ben oltre i temi del disarmo e della sicurezza, esaminando i profondi disordini sociali che ostacolano la pace.

La sua pubblicazione ha ispirato la fondazione della cattedra bahá’í per la pace nel mondo presso l'Università del Maryland nel 1993.

«Il capo del Centro per lo sviluppo internazionale e la gestione dei conflitti dell’Università fu molto interessato dalla dichiarazione sulla pace e disse, «perché non creiamo un programma che esamini questo approccio alla pace presentato dalla dichiarazione?», spiega la dottoressa Hoda Mahmoudi, attuale titolare della cattedra bahá’í.

In quanto programma accademico presso l'Università del Maryland, la Cattedra offre un forum per far progredire la ricerca sui temi della pace globale. «Fin dalla sua inaugurazione», spiega la dottoressa Mahmoudi, «esperti e accademici internazionali sono stati invitati a partecipare a vari forum e a presentare idee attuali su temi relativi alla pace come l'avanzamento delle donne, il razzismo strutturale, le cause del pregiudizio, la natura umana e il cambiamento climatico.

«La cattedra bahá’í sta cercando di portare nell’ambiente accademico un nuovo modo di pensare su questi temi, un modo di pensare che è disposto a occuparsi dei valori».

Il nostro approccio ha anche cercato di integrare diverse discipline nel perseguimento di nuove comprensioni degli sforzi compiuti dall'umanità per creare un mondo più pacifico, spiega la dottoressa Mahmoudi.

«Invitiamo molti studiosi a venire a parlare degli ostacoli alla pace», ha detto la dottoressa Mahmoudi. «Una delle richieste che facciamo è che si parli di soluzioni. Gli accademici sono capaci di fare diagnosi e noi ne siamo grati. Ma la Cattedra è anche alla ricerca di intuizioni che facciano luce sugli ostacoli apparentemente insormontabili alla pace.

«Questo è un ambito molto difficile, le soluzioni non sono sempre chiare.

«La cattedra bahá’í non pensa di avere le risposte. Ma partecipa a un processo di apprendimento, di ricerca e di formazione, per acquisire una comprensione più profonda degli ostacoli alla pace e delle strade che si possono percorrere».

La cattedra bahá’í non si limita a condurre ricerche su temi legati alla pace. Essa contesta alcune delle ipotesi fondamentali che si sono consolidate nel discorso contemporaneo e che ostacolano il progresso verso la pace.

Uno di questi ostacoli, identificato dalla Casa Universale di Giustizia, nella Promessa della pace mondiale, è la convinzione che l'umanità sia intrinsecamente e inguaribilmente egoista. Affrontando questo tema nel suo discorso inaugurale nel 2012, la dottoressa Mahmoudi ha spiegato:

«Oggi, purtroppo, l’aggressione e il conflitto caratterizzano il nostro ordine sociale, un ordine che comprende sistemi politici, religiosi, economici e culturali. In realtà, molti sono rassegnati all’idea che la violenza e la guerra siano comportamenti umani innati e, quindi, immutabili. Spesso queste convinzioni producono una paralisi della volontà fra le persone, un intorpidimento conoscitivo che non è facile da eliminare, ma che deve essere superato. Qui, il ruolo dell'educazione è fondamentale nella rimozione di idee infondate sulla natura umana».

La missione della cattedra bahá’í non riguarda solo il dialogo tra gli studiosi e gli esperti e le aule universitarie. Nelle sue classi e nei suoi discorsi aperti all'intero corpo studentesco, la dottoressa Mahmoudi si propone non solo di esporre gli studenti agli aspetti più avanzati del pensiero nel mondo accademico, ma anche di promuovere una cultura di pace all'interno dell’Università e fuori di essa.

La comunità del campus è invitata a conferenze organizzate dalla Cattedra. All'inizio di quest'anno, oltre 300 persone hanno partecipato a una grande conferenza, dal titolo «Trasformazioni globali: contesti e analisi per una pace durevole», co-ospitato dalla Cattedra e dalla Bahá’í International Community.

«Attiriamo un sacco di studenti di diverse discipline», dice la dottoressa. Mahmoudi. «Promuoviamo un dialogo nel quale gli studenti interagiscono con accademici e professionisti e spesso pongono domande molto profonde.

«Quando facciamo incontrare menti diverse in un dialogo non-contraddittorio che mira a promuovere la comprensione, il pensiero avanza», dice la dottoressa Mahmoudi.

Con i suoi vari forum, la cattedra bahá’í coglie idee emergenti e le pubblica come contributi ai discorsi pertinenti la pace globale.

La dottoressa Mahmoudi è il terzo responsabile storico della cattedra bahá’í, dopo Suheil Bushrui (1993-2006) e John Grayzel (2006-2011).

Ulteriori informazioni sulla cattedra bahá’í i si trovano nel sito http://www.bahaichair.UMD.edu/.



Per leggere l'articolo in inglese on-line, visualizzare le fotografie e accedere ai link si vada a: http://News.Bahai.org/story/1090

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