La sede del Senato USA in una foto del 1873 - Fonte Biblioteca del Congresso |
La scorsa notte il Senato U.S.A. ha approvato all’unanimità una risoluzione di "condanna delle persecuzioni sponsorizzate dal governo iraniano contro la minoranza bahá’í e le sue continue violazioni della Convenzione Internazionale sui Diritti Umani". La risoluzione 148 del Senato ha ricevuto un forte supporto bipartisan con un totale di 39 senatori che l’hanno sostenuta, incluso il promotore iniziale e altri 38 sostenitori di cui 18 Repubblicani e 21 Democratici.
La risoluzione richiama direttamente il governo dell’Iran a rilasciare i sette dirigenti della comunità bahá’í iraniana imprigionati dal 2008, gli insegnanti bahá’í e gli amministratori che sono stati incarcerati per aver fornito istruzione ai giovani bahá’í, e tutti gli altri prigionieri detenuti in Iran per il loro credo religioso. La risoluzione inoltre sollecita il Presidente e il Segretario di Stato degli Stati Uniti a "utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione per imporre sanzioni sui funzionari del governo iraniano e sugli altri individui direttamente responsabili di gravi abusi dei diritti umani" inclusi quelli contro la comunità bahá’í.
La risoluzione 148 del Senato è stata approvata alcune ore dopo che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che esprime preoccupazione per una serie di violazioni dei diritti umani in Iran, tra le quali la persecuzione della comunità bahá’í che è la più numerosa comunità religiosa non-mussulmana del paese.
Il Senatore Mark Kirk (R-IL) che ha presentato la risoluzione 148 al Senato ha detto che “più di 5 milioni di appartenenti alla Fede Bahá'í in tutto il mondo celebrano e rispettano l’uguaglianza di tutto il genere umano ma in Iran queste persone continuano ad essere perseguitate semplicemente per essere fedeli bahá’í. I prigionieri di coscienza in Iran, come i sette dirigenti bahá’í ingiustamente incarcerati, non devono essere dimenticati e il regime deve essere ritenuto responsabile per le ingiustizie commesse contro gruppi religiosi innocenti come i bahá’í”.
Il Senatore Ron Wyden (D-OR), uno degli autori della risoluzione e uno dei sostenitori iniziali, ha detto che la persecuzione dell’Iran contro i bahá’í è rappresentativa di un ampia gamma di repressioni nel paese: “Il regime Iraniano continua a imprigionare giornalisti e attivisti dei diritti umani, limita i diritti delle donne e perseguita le minoranze etniche e religiose. L’America deve continuare a stare a fianco dei bahá’í e di tutti gli iraniani che combattono per condurre vite libere e pacifiche”.
La situazione dei bahá’í - che costituiscono la più numerosa minoranza religiosa in Iran - è sempre più precaria. Un totale di 71 bahá’í sono in prigione, inclusi i sette dirigenti della comunità bahá’í iraniana, che furono incarcerati nel 2008. Mentre rapporti recenti indicano che le loro sentenze siano state successivamente ridotte da venti a dieci anni, in accordo con le modifiche introdotte nel codice penale iraniano nel maggio 2013, i bahá’í continuano a subire arresti e detenzioni arbitrarie. Ci sono attualmente nove bahá’í imprigionati per il loro impegno ad offrire istruzione ai giovani bahá’í che sono esclusi dal sistema universitario nazionale a causa della loro religione. Una educatotrice, Azita Rafizadeh, il mese scorso ha iniziato a scontare una pena di quattro anni e suo marito, Payman Koushk-Baghi, dovrebbe iniziare a scontare una pena di cinque anni a breve, lasciando il loro figlio di sei anni senza genitori.
I bahá’í continuano a subire anche altre gravi forme di persecuzione sistematica. Sono esclusi dagli impieghi pubblici, le loro case sono saccheggiate e le loro proprietà confiscate, i loro matrimoni non sono riconosciuti e i loro cimiteri vengono profanati. Negli ultimi mesi il governo ha preso di mira le attività private di proprietà dei bahá’í, chiudendo decine di negozi per aver osservato i giorni festivi bahá’í, e i media controllati dal governo hanno incrementato drammaticamente i loro sforzi per incitare l’odio contro i bahá’í attraverso forme di propaganda anti-bahá’í.
Il Senatore Dick Durbin (D-IL), un altro dei sostenitori iniziali della risoluzione, ha sottolineato la necessità di un’azione continuativa: “Sono felice che sia stata approvata questa importante risoluzione di condanna delle violazioni dei diritti umani da parte del regime iraniano e di sollecito all’amministrazione americana a fare di più per affrontare questa situazione. In tutto il mondo i fondamentali diritti dell’uomo vengono violati a causa della religione, della razza, del genere, della disabilità, del credo politico e di altre caratteristiche. Se vogliamo che le comunità minoritarie come i bahá’í in Iran possano vivere senza paura è necessario esprimersi a favore dei diritti fondamentali e della libertà.”
Il sig. Kenneth E. Bowers, segretario dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í degli Stati Uniti, ha detto: “Ci rincuora aver visto l’approvazione di questa risoluzione con un forte supporto bipartisan. La situazione generale dei diritti umani, e dei bahá’í in particolare, è peggiorata negli ultimi due anni, da quando il presidente Hassan Rouhani è entrato in carica. Questa risoluzione porta il governo iraniano a conoscenza del fatto che gli occhi del mondo lo stanno osservando”.
La risoluzione richiama direttamente il governo dell’Iran a rilasciare i sette dirigenti della comunità bahá’í iraniana imprigionati dal 2008, gli insegnanti bahá’í e gli amministratori che sono stati incarcerati per aver fornito istruzione ai giovani bahá’í, e tutti gli altri prigionieri detenuti in Iran per il loro credo religioso. La risoluzione inoltre sollecita il Presidente e il Segretario di Stato degli Stati Uniti a "utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione per imporre sanzioni sui funzionari del governo iraniano e sugli altri individui direttamente responsabili di gravi abusi dei diritti umani" inclusi quelli contro la comunità bahá’í.
La risoluzione 148 del Senato è stata approvata alcune ore dopo che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che esprime preoccupazione per una serie di violazioni dei diritti umani in Iran, tra le quali la persecuzione della comunità bahá’í che è la più numerosa comunità religiosa non-mussulmana del paese.
Il Senatore Mark Kirk (R-IL) che ha presentato la risoluzione 148 al Senato ha detto che “più di 5 milioni di appartenenti alla Fede Bahá'í in tutto il mondo celebrano e rispettano l’uguaglianza di tutto il genere umano ma in Iran queste persone continuano ad essere perseguitate semplicemente per essere fedeli bahá’í. I prigionieri di coscienza in Iran, come i sette dirigenti bahá’í ingiustamente incarcerati, non devono essere dimenticati e il regime deve essere ritenuto responsabile per le ingiustizie commesse contro gruppi religiosi innocenti come i bahá’í”.
Il Senatore Ron Wyden (D-OR), uno degli autori della risoluzione e uno dei sostenitori iniziali, ha detto che la persecuzione dell’Iran contro i bahá’í è rappresentativa di un ampia gamma di repressioni nel paese: “Il regime Iraniano continua a imprigionare giornalisti e attivisti dei diritti umani, limita i diritti delle donne e perseguita le minoranze etniche e religiose. L’America deve continuare a stare a fianco dei bahá’í e di tutti gli iraniani che combattono per condurre vite libere e pacifiche”.
La situazione dei bahá’í - che costituiscono la più numerosa minoranza religiosa in Iran - è sempre più precaria. Un totale di 71 bahá’í sono in prigione, inclusi i sette dirigenti della comunità bahá’í iraniana, che furono incarcerati nel 2008. Mentre rapporti recenti indicano che le loro sentenze siano state successivamente ridotte da venti a dieci anni, in accordo con le modifiche introdotte nel codice penale iraniano nel maggio 2013, i bahá’í continuano a subire arresti e detenzioni arbitrarie. Ci sono attualmente nove bahá’í imprigionati per il loro impegno ad offrire istruzione ai giovani bahá’í che sono esclusi dal sistema universitario nazionale a causa della loro religione. Una educatotrice, Azita Rafizadeh, il mese scorso ha iniziato a scontare una pena di quattro anni e suo marito, Payman Koushk-Baghi, dovrebbe iniziare a scontare una pena di cinque anni a breve, lasciando il loro figlio di sei anni senza genitori.
I bahá’í continuano a subire anche altre gravi forme di persecuzione sistematica. Sono esclusi dagli impieghi pubblici, le loro case sono saccheggiate e le loro proprietà confiscate, i loro matrimoni non sono riconosciuti e i loro cimiteri vengono profanati. Negli ultimi mesi il governo ha preso di mira le attività private di proprietà dei bahá’í, chiudendo decine di negozi per aver osservato i giorni festivi bahá’í, e i media controllati dal governo hanno incrementato drammaticamente i loro sforzi per incitare l’odio contro i bahá’í attraverso forme di propaganda anti-bahá’í.
Il Senatore Dick Durbin (D-IL), un altro dei sostenitori iniziali della risoluzione, ha sottolineato la necessità di un’azione continuativa: “Sono felice che sia stata approvata questa importante risoluzione di condanna delle violazioni dei diritti umani da parte del regime iraniano e di sollecito all’amministrazione americana a fare di più per affrontare questa situazione. In tutto il mondo i fondamentali diritti dell’uomo vengono violati a causa della religione, della razza, del genere, della disabilità, del credo politico e di altre caratteristiche. Se vogliamo che le comunità minoritarie come i bahá’í in Iran possano vivere senza paura è necessario esprimersi a favore dei diritti fondamentali e della libertà.”
Il sig. Kenneth E. Bowers, segretario dell’Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í degli Stati Uniti, ha detto: “Ci rincuora aver visto l’approvazione di questa risoluzione con un forte supporto bipartisan. La situazione generale dei diritti umani, e dei bahá’í in particolare, è peggiorata negli ultimi due anni, da quando il presidente Hassan Rouhani è entrato in carica. Questa risoluzione porta il governo iraniano a conoscenza del fatto che gli occhi del mondo lo stanno osservando”.
Testo originale: http://publicaffairs.bahai.us/u-s-senate-passes-resolution-148-condemning-the-persecution-of-the-bahai-community-in-iran/
Traduzione: Adriano Savi
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