venerdì 30 ottobre 2015

I frutti maligni della civiltà materiale

di David Langness
Originale in inglese tratto da bahaiteachings.org

Seconda parte della serie: una nuova era di progresso umano.

Il progresso è misurabile dalla velocità alla quale distruggiamo le condizioni che sostengono la vita. (George Monbiot)
È diventato tremendamente ovvio che la nostra tecnologia ha sorpassato la nostra umanità. (Albert Einsten)
Mi chiedo perché il progresso assomigli così tanto alla distruzione. (John Steinbeck)
Bahá’u’lláh ci ha insegnato che, benché la civiltà materiale sia uno dei mezzi per il progresso del mondo dell’umanità, tuttavia fino a quando non sia accompagnata dalla civiltà divina il risultato desiderato, cioè la felicità dell’umanità, non potrà essere ottenuto. (‘Abdu’l-Bahá, Foundations of World Unity 30, traduzione personale)
La civiltà industrializzata, tecnologicamente avanzata, che noi esseri umani abbiamo costruito durante l’ultimo paio di secoli è divenuta un mostro famelico che minaccia di distruggerci.

Problemi come le armi nucleari, biologiche e chimiche, il cambiamento climatico, la rapida scomparsa della foresta pluviale, la rapida estinzione delle specie animali, i grandi estremi di povertà e ricchezza, gli odi razziali e religiosi profondi e violenti e, non ultima, la pressione esercitata dalla popolazione mondiale che sarà di 11 miliardi di persone per la fine di questo secolo, sono tutti problemi dell’umanità che gli insegnamenti bahá’í chiamano “i frutti maligni della civiltà materiale”, essi hanno il potere di porre fine alla società umana così come noi la conosciamo.

Questi frutti maligni hanno convinto più di un profondo pensatore che non stiamo progredendo ma, al contrario, regredendo, muovendoci all’indietro verso la nostra estinzione finale.
Io non sono d’accordo con te nel dire che in tutte le menti umane ci sia poesia. L’uomo, come è stato creato dalle mani del suo Creatore, era poetico sia nella mente che nel corpo ma la civiltà barbara e volgare ha completamente distrutto natura e poesia e tutto quello che è spirituale. (John Muir)
L’uomo è stato dotato di ragione, con il potere di creare, così che possa accrescere ciò che gli è stato dato. Fino ad ora però non è stato un creatore ma solo un distruttore. Le foreste continuano a sparire, i fiumi si prosciugano, animali e piante selvatici si estinguono, il clima è compromesso e la terra s’impoverisce e abbrutisce di giorno in giorno.  (Anton Chekhov)
L’umanità è una specie biologica, vive in un ambiente biologico, perché, come tutte le specie, ci siamo completamente adattati in tutto: dal nostro comportamento, alla nostra genetica, alla nostra fisiologia, a questo particolare ambiente nel quale viviamo. La terra è la nostra vita. Se non conserviamo le altre forme di vita, come un dovere sacro, metteremo in pericolo noi stessi distruggendo la casa nelle quale ci siamo evoluti e dalla quale dipendiamo completamente. (Edward O. Wilson)
Da un punto di vista bahá’í il progresso materiale senza un parallelo sviluppo spirituale può solo minacciarci ancora di più:
Si levano due inviti al successo e alla prosperità: questi inviti ridestano i dormienti, restituiscono la vista al cieco, danno attenzione all'immemore, udito al sordo, sciolgono la lingua del mutolo e resuscitano il morto.

Uno è l'invito della civiltà, del progresso del mondo materiale. Esso appartiene al mondo dei fenomeni, promuove i principi delle imprese materiali ed è l'istruttore per i talenti materiali del genere umano. Comprende le leggi, le regole, le arti e le scienze grazie alle quali il mondo dell'umanità si è sviluppato, leggi e regole che sono il frutto di eccelsi ideali e il risultato di menti sane, e che sono entrate nell'arena dell'esistenza per gli sforzi dei saggi e dei dotti nelle ere passate e successive. Propagatore e forza motrice di questo invito è il governo giusto.

L'altro è il vivificante invito di Dio, i Cui insegnamenti spirituali sono salvaguardia della gloria eterna, della perenne felicità e dell'illuminazione del mondo dell'umanità: esso è la causa per cui nel mondo umano e nella vita avvenire si rivelano attributi di misericordia.

Questo secondo invito si fonda sulle istruzioni e sulle esortazioni del Signore, sugli ammonimenti e sulle altruistiche emozioni appartenenti al regno della moralità che, come fulgida luce, rischiarano e illuminano la lampada delle realtà del genere umano. La sua forza penetrante è la Parola di Dio.

Eppure, finché le imprese materiali, i talenti fisici e le virtù umane non siano rafforzate da perfezioni spirituali, qualità luminose e attributi di misericordia, non ne verrà né frutto né risultato, né si conseguirà la felicità del mondo dell'umanità, che è la mèta suprema. E infatti, sebbene da una parte le imprese materiali e lo sviluppo del mondo fisico producano prosperità, che esprime squisitamente le mete intese, d'altra parte in essi sono impliciti pericoli, gravi calamità e violente afflizioni. (‘Abdu’l-BaháAntologia #225)
‘Abdu’l-Bahá scrive che “pericoli, gravi calamità e violente afflizioni”, accompagnano il progresso materiale incontrollato che non abbia una controparte spirituale. Come un bambino piccolo con un’arma in mano il mondo ha la capacità di distruggere ma manca della maturità morale e spirituale di comprenderne le conseguenze.

La domanda quindi diventa semplice: come fa l’uomo a progredire spiritualmente? Cosa possiamo fare, come razza umana, per sviluppare le nostre capacità morali? Come possiamo far corrispondere un progresso spirituale a quello materiale?

Gli insegnamenti bahá’í ci dicono che possiamo farlo rispondendo alla chiamata del profeta di Dio per questo giorno e questa era:
Per un unico scopo i Profeti tutti furono inviati sulla terra; per questo fu palesato Cristo, per questo Bahá’u’lláh levò l'appello del Signore: perché il mondo dell’uomo divenisse il mondo di Dio, questo basso regno il Regno dei cieli, questa tenebra, luce, questa satanica nequizia, tutte le virtù del cielo - e unità, amicizia e amore fossero conseguiti per tutta la razza umana; perché ancora una volta apparisse l’unità fondamentale e le basi della discordia fossero distrutte e la grazia sempiterna divenisse la messe dell'umanità. (‘Abdu’l-BaháAntologia #15)
Articolo precedente: le barbarie di una civiltà progredita.
Articolo successivo: cinque semplici passi per il progresso spirituale.

Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá'í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti baha’i invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:

O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi. (Bahá’u’lláhParole Celate, Arabo, n.2)

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