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Il regista iraniano di fama internazionale, Mohsen Makhmalbaf, ha reso disponibile al grande pubblico il suo film pluripremiato premiato, «Il giardiniere».
Girato nei giardini bahá’í sulle pendici del Monte Carmelo e nella periferia della città fortezza di San Giovanni d’Acri, il film è un’esplorazione della religione, nella forma di un dialogo tra un padre e un figlio.
I due personaggi rappresentano i differenti punti di vista di due generazioni. Per il padre, interpretato da Makhmalbaf stesso, la religione ha un profondo potere. Anche se quel potere è stato utilizzato per fini distruttivi, Makhmalbaf sostiene che esso è anche stato incanalato verso la pace, il perdono e l’amore – e può esserlo ancora.
«Voglio sapere perché alcune religioni portano alla violenza e altre no», dice al figlio nel film.
Il figlio, interpretato dal figlio di Makhmalbaf, Maysam, sostiene che tutte le religioni portano alla fine all’oppressione e alla violenza. Ciò che segue è un profondo esame del tema.
Il film che è stato premiato al Busan International Film Festival in Corea è stato dichiarato il miglior documentario al Festival internazionale del Film di Beirut.
Il documentario ha avuto un’ampia copertura mediatica in tutto il mondo. Il New York Times descrive la pellicola come «un’inchiesta intima, discorsiva sulla credenza religiosa». Riferendosi a ciò che esso chiama «la grammatica e il discorso di questo film insolito», il popolare quotidiano indiano The Hindu, lo ha definito «razionale, intelligente, poetico e soprattutto profondamente civile».
Con più di 20 lungometraggi a suo nome, Makhmalbaf ha vinto oltre 50 premi ed ha fatto parte della giuria di oltre 15 Festival cinematografici.
Fino a questa settimana, il film, che è stato girato nel 2012, era disponibile solo nei Festival internazionali e in proiezioni selezionate.
Il film è visibile su YouTube all'indirizzo: https://youtu.be/LIR3QAkIKT8.
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