venerdì 8 luglio 2016

La nostra famiglia in visita ad Auschwitz

Che questo luogo, dove i nazisti assassinarono circa un milione e mezzo di ebrei, uomini, donne e bambini, possa essere un grido di disperazione e un ammonimento per l’umanità…

di Gouya Zamani
Originale in inglese su bahaiteachings.org

Entrata del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz - Foto di Dnalor 01 (CC-BY-SA 3.0)

Oggi, con le nostre due figlie, Sophie di undici anni ed Ella di dieci, mio marito ed io abbiamo visitato Auschwitz. Auschwitz, oggi in territorio polacco, sotto l’occupazione nazista era un complesso di campi di concentramento e sterminio dove, nel corso della seconda guerra mondiale, morirono più di un milione di esseri umani.

Mentre camminavo ho inconsciamente iniziato a ripetere un passo dagli scritti bahá’í che imparai a memoria quando ero solo una bambina:
Il benessere, la pace e la sicurezza dell’umanità saranno irraggiungibili, a meno che e finché la sua unità non sia saldamente stabilita. (Bahá’u’lláhSpigolature 296)
Credo che questo passo mi sia venuto in mente perché Auschwitz mi ha ricordato di cosa sia capace l’uomo e cosa sia in gioco. Quando si considerano questi tragici e orribili avvenimenti della storia umana, viene immediato pensare che occorre stare in guardia, perché piccoli atti di odio possono in breve tempo condurre a orribili e inarrestabili conseguenze

Mentre camminavo attraverso il campo, tenendo per mano le figlie, mi sono girata verso di loro e, guardandole negli occhi, ho detto loro: “Dobbiamo sempre opporci a qualsiasi tipo di persecuzione o discriminazione, che sia bullismo o altri malvagi atti d’odio. Non potremo mai essere felici, libere, utili o agenti di un cambiamento positivo nel mondo se non ci assumiamo questa responsabilità morale e spirituale”.

L’umanità è come un albero e le nazioni sono i suoi diversi rami e i singoli individui ne costituiscono i frutti e i fiori. Dunque come possiamo dire che se un ramo dell’albero sta soffrendo non sia tutto l’albero ad essere compromesso? Oggi la Siria, l’ISIS o lo smembramento dell’Unione Europea sono solo alcuni esempi di questa compromissione.

Di fatto ogni nuovo passo verso la divisione pregiudica la pace e la sicurezza degli abitanti della Terra. La divisione è causa di conflitti e guerre. Bombardare e sparare su degli innocenti causa ogni volta un nuovo tumore nel corpo del genere umano. Se non ci uniamo non avremo mai sicurezza o pace:
Oggi non c’è maggior gloria per l’uomo del servizio alla causa della Più Grande Pace. La pace è luce, mentre la guerra è buio. La pace è vita, la guerra morte. La pace è guida, la guerra errore. La pace è il fondamento di Dio, la guerra un’istituzione satanica. La pace è l’illuminazione del mondo umano, la guerra la distruzione delle fondamenta dell’umanità. Quando consideriamo i risultati nel mondo dell’esistenza, troviamo che la pace e l’amicizia sono fattori di costruzione e di miglioramento, mentre la guerra e il conflitto sono causa di distruzione e disintegrazione. (‘Abdu’l-BaháThe Promulgation of Universal Peace 123, traduzione personale)
Come si può pensare che la Brexit possa minare il nostro equilibrio finanziario mentre il dolore e le sofferenze dei rifugiati non abbiano incrinato il nostro equilibrio sociale? Come si può non infiammarsi di fronte all’orrore quando si vede con quale brutalità siano stati sterminati gli ebrei? Le indicibili atrocità commesse qui ad Auschwitz risuonano come un forte richiamo a tutta l’umanità: dobbiamo maturare e unirci, diventare sorgenti di luce per il nostro pianeta e non forze delle tenebre.

Non intendo prendere parte all’interno dell’attuale scontro politico ma quando sento frasi come: “Riprendiamoci il nostro paese!” o “Rendiamo l’America di nuovo grande!” tutto quello che la mia coscienza percepisce è: “Prendiamo la strada della divisione e separiamoci dagli ‘altri’ e non evolviamoci, non lavoriamo insieme per costruire vincoli di unità, per un mondo migliore”. Questo atteggiamento inequivocabilmente irresponsabile può solo portare odio, ostilità, guerre e sofferenze. Non so se, come si legge spesso sui social network, Adolf Hitler abbia mai detto: “Rendiamo la Germania di nuovo grande!” ma io so per certo che il messaggio nazista, prima di iniziare la guerra e di costruire i campi di sterminio, faceva leva esattamente su quello stesso sentimento nazionalista e xenofobo.

Ad Auschwitz/Birkenau una targa commemorativa riporta queste parole: “Che questo luogo, dove i nazisti assassinarono circa un milione e mezzo di ebrei, uomini, donne e bambini, possa essere un grido di disperazione e un ammonimento per l’umanità…”

Dopo aver lasciato Auschwitz il mio cuore è pesante e mi chiedo se potremo raggiungere la pace solo dopo altri inimmaginabili orrori come Auschwitz o il genocidio in Rwanda o la terribile guerra civile in Siria, continuando a seguire vecchi schemi di comportamento radicati e ostinati. Forse, invece, possiamo imparare ora da quelle tragedie e, grazie alla disponibilità a consultarci con gli ‘altri’ e a decidere assieme a loro, divenire una versione migliore di noi stessi. La scelta è nostra. Mi auguro che tutti possano visitare i campi di sterminio di Auschwitz o di Treblinca e sentire nel profondo di se stessi l’orrore di una scelta sbagliata.

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Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá’í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti bahá’í invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi.
(Bahá’u’lláhParole Celate, Arabo, n.2)

2 commenti:

annagio ha detto...

Tutto condivisibile...ma purtroppo la gente segue la paura, e coloro che non vogliono la pace lavorano su questa, e quindi,,per ora, è difficile ottenere un giusto modo di affrontare le situazioni, i focolari di odio. I motivi purtroppo sono sempre economici o di potere,,come se fosse giusto questo. La storia ci dovrebbe insegnare che il sopruso, fino allo sterminio, non pagano mai, e luoghi come i campi di Auschwitz lo fanno.

Adriano Savi ha detto...

Grazie annagio per il suo commento. Concordo che la strada è ancora molto lunga e piuttosto difficile ma dalla comunità bahá'í vogliamo lanciare un messaggio di speranza e di fiducia.

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