giovedì 7 aprile 2016

La scienza riscopre la desueta virtù dell’umiltà

La chiave per l’umiltà è vedere la vita come un viaggio durante il quale coltivare quelle qualità che fanno di questo mondo un mondo migliore.

di Adriano Savi

Foto di Alexandre Dulaunoy CC BY-SA 2.0
Per questo il santo opera ma nulla s’aspetta compiuta l’opera non rimane, non vuole mostrare di eccellere. (Lao-Tse, Il Libro del Tao 77:4)
Confucio disse: “A chi non è modesto nelle parole è difficile metterle in pratica” (Confucio, Dialoghi 14:20)
Viene la superbia, verrà anche l'obbrobrio,
mentre la saggezza è presso gli umili. (Proverbi 11:2)
Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". (Vangelo di Marco 9:35)
I servi del Misericordioso son coloro che camminano sulla terra modestamente, e quando i pagani rivolgon loro la parola rispondono: “Pace!” (Corano 25:63)
O FIGLIOLI DEGLI UOMINI! Non sapete voi perché vi creammo tutti dalla stessa polvere? Affinché nessuno esaltasse se stesso sull’altro. (Bahá’u’lláh, Parole celate arabe, n.68)
Questi sono solo alcuni esempi di come le tradizioni spirituali di tutto il mondo abbiano invitato gli uomini ad essere umili.

Oggi, invece, viviamo in una società caratterizzata da un individualismo sfrenato e da una frenetica corsa alla realizzazione personale, una società che attribuisce enorme valore all’apparenza fisica e al successo materiale. In questo contesto l’umiltà è vista come una qualità adatta a chi non ha l’intelligenza o la forza di carattere per imporsi. Archiviate le tradizioni di cui sopra, oggi non si parla più di umiltà se non per addolcire i commenti riguardo ai poveri di spirito o ai deboli di carattere.

Mi ha sorpreso dunque trovare sul sito web dell’università di Berkeley che si occupa di psicologia positiva, un articolo dedicato ai benefici dell’umiltà e a consigli su come svilupparla. Di seguito intendo presentarne una sintesi e proporne un parallelo con gli insegnamenti bahá’í.

L’articolo, scritto da Vicki Zakrzewski, Education Director del Greater Good Science Center dell’università di Berkeley, si intitola Come l’umiltà farà di voi persone eccezionali, un titolo che mi ricorda queste parole di Bahá’u’lláh:
L'umiltà innalza l'uomo fino al firmamento della gloria e del potere, mentre l'orgoglio lo sommerge negli abissi della spregevolezza e della degradazione. (Bahá’u’lláh, Tavole 59)
Con molti riferimenti a recenti pubblicazioni scientifiche, l’articolo inizia spiegando quali sono gli aspetti positivi dell’umiltà dal punto di vista della psicologia positiva.

Di fronte a una persona umile sentiamo di poterci rilassare in quanto non ci sentiamo giudicati ma al contrario accettati per quello che siamo. Le persone realmente umili sono in grado di accettare punti di forza e limitazioni propri e dei loro simili senza sentirsi in dovere di difendersi o di giudicare. Queste persone normalmente sviluppano un forte sentimento di compassione.

Accettare se stessi per quello che si è diventa possibile quando si prende coscienza del valore intrinseco del nostro essere umani che, al di là della ricchezza, del potere materiale o dell’aspetto fisico, sta in quelle nobili e significative qualità che sono di beneficio per tutto il genere umano. A questa presa di coscienza Bahá’u’lláh ci invita con queste parole:
O MIO SERVO! Tu sei come una spada di tempra finissima celata nel buio della sua guaina, il cui pregio è ignoto all’artefice. Epperciò, svincolati dalla guaìna dell’egoismo e del desiderio, affinché il tuo valore si faccia risplendente e manifesto a tutto il mondo. (Bahá’u’lláhParole celate persiane, n. 72)
Accettare se stessi per quello che si è diventa più facile quando, riconoscendo che nessuno di noi è perfetto,  consideriamo la vita come una scuola. Secondo le parole di Bahá’u’lláh:
Dai deserti del nulla, con la creta del Mio comando ti feci apparire, predisponendo ogni atomo esistente e l’essenza di ogni cosa creata per il tuo addestramento. (Bahá’u’lláhParole celate arabe, n.29)
Parlando poi di leadership, due professori di psicologia americani, Heidi A. Wayment e Jack J. Bauer, nel loro libro Transcending Self-Interest: Psychological Explorations of the Quiet Ego, evidenziano come un leader umile difficilmente agisce con aggressività, manipola gli altri, si comporta disonestamente o distrugge risorse naturali.

Recenti ricerche scientifiche si sono occupate di umiltà anche tra le persone comuni dimostrando come questa qualità sia utile per noi stessi e per le nostre relazioni interpersonali. Per esempio essere umili ci aiuta a gestire lo stress con più efficacia, a migliorare il nostro benessere fisico e mentale ma anche a sviluppare in noi stessi generosità, gentilezza e gratitudine, tutte qualità che migliorano le nostre relazioni interpersonali.

Dunque queste considerazioni riallineano la scienza alle antiche tradizioni spirituali di tutto il mondo mostrando che l’umiltà non è per i poveri di spirito e i deboli di carattere ma al contrario richiede impegno per essere sviluppata. A questo proposito Vicki Zakrzewski suggerisce tre differenti strade.

La prima è quella di accettare e comprendere la nostra umanità.

Quando falliamo in qualcosa che riteniamo importante la nostra autostima crolla perché a questo noi leghiamo il nostro valore. Non è così per chi è umile. La capacità di queste persone di resistere ai fallimenti e alle critiche è direttamente legata alla loro coscienza del valore intrinseco dell’uomo che negli scritti bahá’í Dio spiega con queste parole:
Voi siete il Mio tesoro poiché in voi ho riposto le perle dei Miei misteri e le gemme del Mio sapere. (Bahá’u’lláhParole celate arabe, n.69)
Quando una persona umile fallisce o riceve critiche non pensa che ci sia qualcosa di intrinsecamente sbagliato in se stessa, pensa semplicemente di essere, come tutti gli altri esseri umani, imperfetta e perfettibile.

Secondo la psicologia questa sicurezza deriva da un attaccamento sicuro, un legame emotivo sano sviluppato durante l’infanzia, con i genitori o con chi ha svolto questa funzione. Pare che circa un 40% degli esseri umani non riescano a sviluppare questo tipo di legame sano durante l’infanzia ma è sempre possibile recuperare grazie a relazioni sane in età adulta con amici, partner o anche con un potere superiore. Sempre negli scritti sacri bahá’í, Dio si rivolge all’uomo rassicurandolo:
Il Mio amore è in te, sappilo, acciocché tu possa trovarMi accanto a te. (Bahá’u’lláhParole celate arabe, n.10)
Il secondo consiglio per sviluppare in noi stessi umiltà è quello di conoscere e accettare se stessi.

Secondo gli scienziati le persone umili hanno una conoscenza precisa di se stessi, inclusi i propri punti di forza e i propri limiti. Questa consapevolezza e conoscenza di sé e di ciò che va cambiato richiede nello stesso tempo accettazione di ciò che si è in questo momento. A questa conoscenza di se stessi e della propria strada Bahá’u’lláh così ci invita:
Il primo Taráz e il primo fulgore albeggiato all'orizzonte del Libro Primigenio è che l'uomo conosca se stesso e discerna ciò che conduce alla grandezza o all'umiliazione, alla gloria oppure al disonore, alla ricchezza ovvero alla miseria. (Bahá’u’lláhTavole 30)
L’ultimo ingrediente consigliato per l’umiltà è la gratitudine.

Essere grati significa riconoscere il valore delle persone che ci hanno dato qualcosa e quindi spostare la nostra attenzione da noi stessi agli altri come ‘Abdu’l-Bahá ci dice in questo brano:
Essi devono manifestare gratitudine e riconoscenza verso Dio e il miglior modo per ringraziare Dio è di amarsi reciprocamente. (‘Abdu’l-Bahá, The Promulgation of Universal Peace 468, traduzione personale)
Seguendo questa considerazione ci appare naturale che uno studio scientifico di ricercatori delle università di Princeton, Cambridge e della California, abbia mostrato come l’umiltà e la gratitudine si rinforzino a vicenda.

In una delle note conclusive del suo articolo Vicki Zakrzewski indica la chiave per l’umiltà nel vedere la vita come un viaggio durante il quale coltivare quelle qualità che fanno emergere il meglio di noi stessi e degli altri e fanno di questo mondo un mondo migliore, un concetto che ritroviamo in questo scritto di Bahá’u’lláh:
Tutti gli uomini sono stati creati per far avanzare una civiltà in continuo progresso. . . Agire come le bestie dei campi è indegno dell’uomo. Le virtù che s’addicono alla sua dignità sono tolleranza, misericordia, compassione e premura affettuosa verso tutti i popoli e tutte le tribù della terra. (Bahá’u’lláh, Spigolature 209)
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Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá’í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti bahá’í invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi.
(Bahá’u’lláhParole Celate, Arabo, n.2)

2 commenti:

Unknown ha detto...

Caro Adriano,
grazie per aver inviato queste considerazioni sull' umiltà. Parte di esse mi saranno molto utili da condividere durante il seminario "Religioni in dialogo: l' Umiltà come valore umano e spirituale " organizzato dalla Chiesa Taoista d'Italia e che si terrà a Caserta il 20 maggio 2016. Mi hanno invitata facendo parte del coordinamento di Religions for Peace-Italia come rappresentante della Fede Baha'i.
Un caro saluto e grazie ancora per il prezioso servizio che stai facendo
Maria Augusta

Adriano Savi ha detto...

Grazie Maria Augusta per le tue parole gentili e un in bocca al lupo per il seminario.

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