di Rodney Richards
Originale in inglese su bahaiteachings.org
Foto di Steve Evans |
Da quando ci siamo sposati, quarantaquattro anni fa, questa è stata la domanda o meglio il suggerimento di mia moglie. Fortunatamente, grazie a lei, gentilezza e cortesia sono state insegnate molto bene ai nostri figli.
L’enfasi di mia moglie su gentilezza e cortesia mi ricorda che ogni essere umano ha una storia da raccontare. A volte sono storie dolorose, di ingiustizie, inganni o crimini. Più spesso, però, quando ascoltiamo con attenzione, le storie che sentiamo assomigliano molto alle nostre migliori esperienze.
Ogni giorno ha ventiquattro ore. In molti usano la maggior parte di questo tempo per se stessi ma un modo per farne buon uso è quello di mostrare gentilezza agli altri. La verità è che molti di noi sono combattuti tra dedicare tempo a se stessi e il servizio al prossimo, i nostri figli, le nostre famiglie, il nostro lavoro e le organizzazioni per le quali lavoriamo. Usare il tempo con efficienza ed efficacia richiede uno esercizio di equilibrio, specialmente quando abbiamo sei commissioni da sbrigare e solo un’ora di tempo per farlo. Così corriamo e corriamo senza quasi poterci fermare. Difficilmente ci fermiamo per ammirare uno splendido arcobaleno dopo un temporale o per dire una parola gentile ad uno estraneo.
Per essere gentili occorrono pratica, tempo e disciplina fino a quando la gentilezza non diventi parte integrante di noi stessi, a meno che non siamo così fortunati da essere una di quelle persone naturalmente cordiali e sempre felici in tutte le circostanze. Per quanto mi riguarda io devo metterci dell’impegno. Per essere gentili serve imparare le buone maniere, la cortesia, la gratitudine, la riconoscenza e la fede e poi impiegare tutte queste qualità con ciascuna persona che incontriamo.
Dal primo giorno che uno diventa bahá’í impara che il servizio all’umanità porta gioia e felicità. Per me servizio significa anche chiedersi: “Come posso mostrarmi gentile in questa situazione?” Forse raccogliendo una cartaccia dal mezzo della strada o tenendo aperta la porta per qualcuno o sorridendo e salutando con simpatia. Dopo un po’, con la pratica, la gentilezza diventa una seconda natura.
La maggior parte delle persone che ho incontrato – e con questo intendo più del 99% – sono state gentili. Ho viaggiato molto e dovunque sia andato ho trovato persone gentili che si sono sforzate di aiutarmi tutte le volte che ho avuto bisogno. Essere veramente gentili però significa vedere sempre negli altri la nostra umanità e non paura ed estraneità .
Quando un uomo volge lo sguardo verso Dio egli trova tutt'intorno lo splendore del sole. Tutti gli uomini sono suoi fratelli. Quando incontrate persone di paesi stranieri, non permettete che gli usi e le tradizioni sociali diverse tra voi siano causa di mancanza di cordialità. Non guardate con diffidenza questi stranieri come se aveste il sospetto che siano cattivi, disonesti e volgari. Voi credete necessario d'essere molto cauti, di non esporvi al rischio di fare conoscenza con gente forse non desiderabile. Io vi domando di non pensare soltanto a voi stessi! Siate benevoli con gli stranieri, vengano essi dalla Turchia, dal Giappone, dalla Russia, dalla Cina, dalla Persia, o da qualunque altro paese del mondo. Fate che si sentano come in casa loro; domandate se potete rendere ad essi qualche aiuto; cercate di rallegrare la loro vita. E se qualche volta, ciò che avete sospettato fosse vero, sforzatevi ancora di essere gentili con essi; questa vostra gentilezza li aiuterà a diventare migliori. Dopo tutto, perché trattare uno straniero come un estraneo? Allo sconosciuto che incontrate fate sapere, senza tuttavia decantarlo, che siete un vero seguace di Bahá’u’lláh. (‘Abdu’l-Bahá, La Saggezza 11)Questo sentimento è tanto più necessario oggi quando incrociare qualcuno può limitarsi a poche battute scambiate nella corsia del supermercato o lungo una strada. Anche in quei brevi incontri la gentilezza può migliorare la giornata di chiunque. Mostrarsi gentili può mitigare il dolore per la povertà, la guerra, le ingiustizie, la depressione, la crisi economicha, i crimini e tanti altri mali. Come suggerisce ‘Abdu’l-Bahá, può renderci tutti persone migliori.
Se praticherete la gentilezza, ve lo garantisco, troverete molto più facile e divertente e interessante essere cortesi piuttosto che trattare gli altri con asprezza.
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Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá’í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti bahá’í invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi.
(Bahá’u’lláh, Parole Celate, Arabo, n.2)
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