di Arthur Lyon Dahl
Originale in inglese tratto da bahaiteachings.org
Foto di Tennessee Wanderer |
Non si può sostenere che le scienze empiriche spieghino completamente la vita, l’intima essenza di tutte le creature e l’insieme della realtà. Questo vorrebbe dire superare indebitamente i loro limitati confini metodologici. Se si riflette con questo quadro ristretto, spariscono la sensibilità estetica, la poesia, e persino la capacità della ragione di cogliere il senso e la finalità delle cose. (§199)
La maggior parte degli abitanti del pianeta si dichiarano credenti, e questo dovrebbe spingere le religioni ad entrare in un dialogo tra loro orientato alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete di rispetto e di fraternità. È indispensabile anche un dialogo tra le stesse scienze, dato che ognuna è solita chiudersi nei limiti del proprio linguaggio, e la specializzazione tende a diventare isolamento e assolutizzazione del proprio sapere. Questo impedisce di affrontare in modo adeguato i problemi dell’ambiente. (§201)
L’enfasi sulla necessità che le religioni dialoghino con la scienza conduce logicamente, nel capitolo 6, ad una discussione sull’educazione ecologica e la spiritualità. L’enciclica fa riferimento alla Carta della Terra (§207), e invita ad un senso di responsabilità sociale da parte del consumatore (§206).
L’atteggiamento fondamentale di auto-trascendersi, infrangendo la coscienza isolata e l’autoreferenzialità, è la radice che rende possibile ogni cura per gli altri e per l’ambiente, e fa scaturire la reazione morale di considerare l’impatto provocato da ogni azione e da ogni decisione personale al di fuori di sé. Quando siamo capaci di superare l’individualismo, si può effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella società. (§208)
Solamente partendo dal coltivare solide virtù è possibile la donazione di sé in un impegno ecologico. (§211)Gli insegnamenti bahá’í concordano:
Lo scopo divino è che l’uomo debba vivere in unità, concordia, accordo e che debba esserci amore reciproco. Considera le virtù del mondo umano per renderti conto che l’unità dell’umanità è la prima fondazione di ciascuna di esse. Leggi il Vangelo e gli altri Libri Sacri. Troverai che i loro concetti fondamentali sono gli stessi. Perciò l’unità è la verità fondamentale della religione e, una volta compreso questo, accoglie tutte le virtù del mondo umano. – ‘Abdu’l-bahá, The Promulgation of Universal Peace, 12 (traduzione personale)Su questi stessi concetti si focalizza la Partnership for Education and Research about Responsible Living (http://livingresponsibly.org) e un programma di ricerca, da me sostenuto, su educazione e indicatori basati su valori (http://esdinds.eu).
Laudato Sì invita ad una conversione ecologica, nella quale la spiritualità ci può spingere verso un più appassionato interesse per la protezione del nostro pianeta. La crisi ecologica ci chiama tutti ad una profonda conversione interiore che porti ad un cambiamento durevole, che dovrebbe creare anche una conversione collettiva. L’enciclica papale argomenta su come l’umiltà aiuti a vincere l’ego, sul bisogno di pace interiore e su come uno stile di vita equilibrato, unito alla capacità di meravigliarci, possa portarci ad una più profonda comprensione della vita. Non dobbiamo concepire la nostra superiorità umana come una ragione di gloria o di dominio irresponsabile ma, piuttosto, come una capacità che, a sua volta, implichi una profonda responsabilità che viene dalla nostra fede:
La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo. È importante accogliere un antico insegnamento, presente in diverse tradizioni religiose, e anche nella Bibbia. Si tratta della convinzione che ‘meno è di più’... La spiritualità cristiana propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco. È un ritorno alla semplicità che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre la vita senza attaccarci a ciò che abbiamo né rattristarci per ciò che non possediamo. (§222)
Si può aver bisogno di poco e vivere molto, soprattutto quando si è capaci di dare spazio ad altri piaceri e si trova soddisfazione negli incontri fraterni, nel servizio, nel mettere a frutto i propri carismi, nella musica e nell’arte, nel contatto con la natura, nella preghiera. La felicità richiede di saper limitare alcune necessità che ci stordiscono, restando così disponibili per le molteplici possibilità che offre la vita. (§223)
Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti. Già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà... Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente. (§229)L’enciclica papale si conclude trattando le azioni della collettività, la relazione tra questi temi e il credo cattolico, una preghiera interconfessionale per la nostra Terra e una preghiera cristiana in unione con la creazione.
Chi di voi ha letto questa serie di articoli comprenderà che lo scopo dell’uomo è essenzialmente spirituale. Avendo questo in mente giungiamo tutti a conclusioni similari sulla natura del nostro ambiente e le crisi sociali, le soluzioni spirituali che sono necessarie e l’urgenza di una sostanziale transizione, nella nostra società, che ci porti fuori dal consumo eccessivo e dal materialismo.
Così tante affermazione dell’enciclica papale concordano con i testi bahá’í sulle connessioni tra tutte le cose e l’impossibilità di separare l’ambiente interiore da quello esteriore, che sarebbe impossibile citarle tutte. L’enciclica fornisce una solida base per la collaborazione interreligiosa nel porre le fondamenta spirituali per soluzioni efficaci delle crisi ambientali e sociali che minacciano di degenerare in una catastrofe. L’enciclica sollecita inoltre un dialogo tra scienza e religione a cui i bahá’í si sono dedicati per oltre un secolo. Possiamo solo sperare e pregare che i governi si facciano carico delle loro responsabilità nei prossimi mesi, mentre noi progrediamo il più velocemente possibile a livello di società civile.
Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá'í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti baha’i invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi. - Bahá’u’lláh, Parole Celate, Arabo, 2
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