sabato 12 settembre 2015

Dio, perché mi hai abbandonato?

di Zarrín Caldwell
Originale in inglese tratto da bahaiteachings.org


Mi aspetto che molti di noi, in diversi momenti delle nostre vite, si siano sentiti abbandonati da Dio.

Questo sentimento ha colto mio marito e me sempre più forte nell’osservare un mondo che, almeno secondo noi, continua a sprofondare in un pantano di perversità morale, materialismo, corruzione e violenza. Come cristiano mio marito cita storie della Bibbia in cui Dio è intervenuto nel mondo, per “correggere la rotta” - per così dire - e si chiede come mai questo non sembri più succedere. Come bahá’í credo che il libero arbitrio dell’uomo abbia molto a che fare con le voragini che ci siamo scavati. Mentirei, comunque, se non ammettessi che anche io mi sento a volte abbandonata da Dio.

Queste domande mi hanno spinto a fare delle ricerche sul concetto di sentirsi abbandonati. Le definizioni di questa parola nel dizionario includono: lasciare per sempre, rinunciare completamente, essere abbandonati, essere lasciati, rinunciare, respingere completamente.

Numerosi passaggi negli scritti bahá’í esortano l’umanità ad abbandonare le cose materiali di questo mondo ma, su di un piano più umano, ci sono anche molti passaggi che indicano come le figure centrali stesse della Fede Bahá’í abbiano combattuto contro sentimenti di abbandono e solitudine. Forse è bizzarro ma mi conforta quando comprendo che anche queste anime sante sentivano queste emozioni.

`Abdu'l-Bahá ci offre alcuni vividi passaggi in questo tono:
Signore! La mia coppa di tribolazioni trabocca e da ogni parte mi giungono duri colpi. I dardi dell'afflizione mi hanno circondato e su di me sono piovute le frecce dell'angustia. Così le tribolazioni mi sopraffecero e, a causa dell'assalto dei miei nemici, la forza in me divenne debolezza, mentre mi trovavo solo e abbandonato nelle mani dei miei avversari. – `Abdu'l-Bahá, Ultime Volontà e Testamento
Prima del Suo trapasso ha aggiunto:
Ho abbandonato il mondo e le sue genti, ho il cuore spezzato a causa degli infedeli e sono esausto. Nella gabbia di questo mondo io mi agito come un uccello impaurito ed anelo il volo al Tuo Regno. `Abdu'l-Bahá, The Master’s Last tablet to America (traduzione personale)
In una toccante e poetica opera mistica chiamata la Tavola del Fuoco, Bahá’u’lláh racconta le calamità del mondo e, sotto forma di domande e risposte, chiede da dove verrà il balsamo per queste sofferenze:
Coloro che Ti son vicini sono stati abbandonati in desolata tenebra: Dov'è il fulgore mattutino del ricongiungimento a Te, Desio dei mondi?... Spasimi d'angoscia hanno afferrato tutte le genti della terra: Dove i vessilli della Tua letizia, Esultanza dei mondi? – Bahá'u'lláh, Tre Tavole di Bahá'u'lláh
La Tavola del Fuoco di Bahá'u'lláh mi ricorda, in qualche maniera, il Libro di Giobbe nel Vecchio Testamento, che mi piace leggere quando mi sento particolarmente avvilita! Più seriamente, piuttosto, penso che sia solo metà della storia se ci limitiamo a Dio che abbandona l’umanità. Onestamente, l’umanità ha regolarmente abbandonato Dio e gli insegnamenti che Egli ripetutamente ci manda per aiutarci a vivere vite migliori. Questo tema ricorrente si ritrova negli scritti bahá’í e in quelli di molte altre religioni. Uno dei più intensi passaggi a questo riguardo lo si trova nelle Parole Celate dove, in una serie di toccanti quadri sulla relazione tra Dio e l’uomo,  Bahá'u'lláh scrive:
Ho alitato entro di te un soffio del Mio Spirito, acché tu Mi amassi. Perché Mi hai abbandonato e hai cercato altro amore che Me? - Bahá'u'lláh, Parole Celate, Arabo, 19
Anche la Bibbia enfatizza ripetutamente il vasto tema dell’umanità che si allontana dalla guida divina:
Quando annunzierai a questo popolo tutte queste cose, ti diranno: Perché il Signore ha decretato contro di noi questa sventura così grande? Quali iniquità e quali peccati abbiamo commesso contro il Signore nostro Dio? Tu allora risponderai loro: Perché i vostri padri mi abbandonarono - parola del Signore - seguirono altri dei, li servirono e li adorarono, mentre abbandonarono me e non osservarono la mia legge. – Geremia, 16:10 La Sacra Bibbia (Edizione CEI)
In un altro passaggio, dello stesso tenore, Bahá'u'lláh aggiunge:
Avete dimenticato le esortazioni che la Mia Penna ha rivelato e la Mia lingua proferito? Avete barattato la Mia certezza con le vostre oziose fantasie, e la Mia Via con le vostre egoistiche brame? Avete gettato via i precetti di Dio e il Suo ricordo e dimenticato le Sue leggi e ordinanze? Temete Dio, e abbandonate le vane illusioni ai loro ideatori, e lasciate le superstizioni ai loro inventori, e i malintesi ai loro fautori. Avanzate adunque con volti radiosi e cuori immacolati verso l'orizzonte sul quale, per ordine di Dio, Signore delle Rivelazioni, l'Astro della Certezza fulgido risplende. – Bahá'u'lláh, Tavole, Splendori
Devo ammettere che a volte trovo piuttosto difficile avanzare con volto radioso in momenti nei quali tanta umanità sembra rivolgersi alla feccia e ignorare le proprie origini divine – ma ci è richiesto piuttosto distacco da queste situazioni. Alla fine della storia, provare buio e sudiciume può essere la sola strada per apprezzare la luce. Nella Tavola del Fuoco infatti leggiamo:
Se non per il gelo, Come potrebbe vincere il calore del Tuo dire, Esegèta dei mondi? Se non per la sventura, Come sfolgorerebbe il sole della Tua pazienza, Luce dei mondi? - Bahá'u'lláh, Tre Tavole di Bahá'u'lláh
Queste sono opinioni puramente personali e non rappresentano l'opinione della comunità bahá'í o di qualunque sua istituzione. Gli scritti baha’i invitano ogni singolo ad una libera ed indipendente ricerca:
O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi. - Bahá’u’lláh, Parole Celate, Arabo, 2

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