di David Langness
Originale in inglese su bahaiteachings.org
Jan Davidsz de Heem (1606–1683/1684): Natura morta con prosiutto, aragosta e frutta. |
Mia moglie dice che il nostro è un matrimonio misto. Lei ha origini svedesi mentre la mia famiglia viene dalla Norvegia.
Ora penserete quello che pensa la maggior parte della gente: ma questi due paesi non sono in Scandinavia uno a fianco all’altro? Sì è vero e le loro culture, strettamente collegate, hanno molte più somiglianze che differenze. Però mia moglie mi prende in giro (credo) affermando che gli svedesi sono culturalmente superiori, più pacifici e più colti. Normalmente controbatto dicendo che i norvegesi hanno combattuto i nazisti mentre gli svedesi non lo hanno fatto e che i vichinghi erano per lo più svedesi. Tutti questi battibecchi sulla superiorità culturale sono diventati un modo comune di scherzare fra di noi. Sono un modo di sbeffeggiare le sciocchezze che raccontano quelli che credono nella superiorità culturale o razziale.
Entrambi però concordiamo su un elemento comune alle nostre culture: entrambi apprezziamo un buon buffet scandinavo. Durante i periodi che abbiamo passato in Norvegia e in Svezia abbiamo entrambi apprezzato quei pasti appetitosi, probabilmente per l’ampia scelta di piatti diversi che offrivano.
Avete mai provato un buffet? Sostanzialmente significa avere a disposizione un tavolo imbandito con pietanze diverse delle quali servirsi a volontà. Scegliete ciò che volete: il gradimento è garantito, anche se, a seconda dei vostri gusti e della vostra capacita di autocontrollo, potrebbe non essere un pasto molto salutare, specialmente se scegliete sei o sette dolci. (Chiedetemi come lo so.)
Ho pensato molto ai buffet mentre studiavo il fenomeno della spiritualità non religiosa.
Questo perché, nel mondo di oggi, noi disponiamo di un buffet spirituale, un tavolo imbandito dal quale scegliere liberamente opzioni e punti di vista religiosi. Da un certo punto di vista questo è ottimo perché quasi ovunque nel mondo, a differenza di una volta, non siamo più tenuti ad accettare la religione dei nostri genitori. Al contrario, oggi le persone sono libere di scegliere in cosa credere. Se apprezzano un principio cattolico, ad esempio, ma non tutto il cattolicesimo, possono scegliere di credere in quel singolo principio e rifiutare il resto. A quel principio poi possono aggiungere, come fosse un buffet, alcuni insegnamenti buddhisti, un paio di idee induiste e alcuni concetti filosofici di Platone o di San Tommaso o dei Trascendentalisti e - perché no? – una bella panacea trovata in rete. Coloro che si ritengono spirituali ma non religiosi spesso adottano sistemi di credenze fai da te di questo tipo. Funziona così: se ti piace mettilo nel piatto.
Potete già vedere il problema metaforico e metafisico che questo comporta, sono sicuro. Non sempre scegliamo quello che è più salutare per noi. Lasciati a noi stessi scegliamo ciò che appare conveniente o piacevole nel breve termine a discapito del nostro benessere a lungo termine. (Per favore fate riferimento al paragrafo precedente relativo ai sei o sette dolci)
Quando assumiamo verso la nostra spiritualità un atteggiamento come se fossimo ad un buffet, corriamo il rischio di perdere completamente il senso di cosa significhi avere fede. Invece di optare per una pratica spirituale organica, olistica, pensata perché le nostre anime ottengano con costanza il nutrimento spirituale più benefico, scegliamo gli elementi che ci piacciono di più e ignoriamo il resto. Questo comporta una dieta sbilanciata e malsana, una spiritualità superficiale ad alto contenuto di zuccheri e con tante calorie vuote. Una cena deliziosa può farti sentire sazio ora ma domani avrai di nuovo fame e continuando con quella stessa alimentazione non fornirai al tuo corpo, o alla tua anima, ciò di cui veramente ha bisogno per vivere. Invece, quando noi seguiamo con costanza una pratica spirituale organica, gli aspetti che non ci attirano nell’immediato hanno, per contro, un effetto benefico per le nostre anime nel lungo termine. Piuttosto che un semplice buffet, noi partecipiamo ad un banchetto degno di un re, pensato da Dio per una salute durevole della nostra spiritualità nel suo complesso. Assumiamo un pasto bilanciato piuttosto che una malsana sfilza di spuntini.
Ecco un esempio di cui ho avuto esperienza diretta: anni fa, quando diventai bahá’í, veramente non capivo e non mi sentivo attratto dalla pratica di alcuni degli insegnamenti bahá’í. Non arrivavo a capire, ad esempio, perché i bahá’í pregassero giornalmente e digiunassero una volta all’anno. Provenendo da un passato di agnosticismo, non mi interessava la comunione spirituale con Dio. Volevo pregare quando mi sentivo di farlo e digiunare era dura, qualcosa a cui veramente non ero abituato.
Alla fine, comunque, perseverando in quelle pratiche spirituali con sempre maggiore costanza, ho iniziato a comprenderle. Mi hanno aiutato dandomi la forza di combattere le mie battaglie interiori, spirituali e psicologiche. Mi hanno insegnato il distacco dai miei desideri. Ho imparato, con la preghiera quotidiana, a calmare me stesso e le mie emozioni con la meditazione. Il digiuno mi ha insegnato il distacco e l’auto-controllo. Oggi non posso assolutamente immaginare la mia vita senza questi aspetti che apprezzo e che sono essenziali per la mia spiritualità interiore. Se avessi adottato un atteggiamento da buffet allora, non avrei avuto l’opportunità di sviluppare questi aspetti della mia interiorità. Così ho imparato ad accettare e ad essere grato per l’intero banchetto piuttosto che solo per le pietanze che mi piacciono:
L’uomo deve vivere in stato di preghiera. La condizione più benedetta è quella della preghiera e della supplica. La preghiera è una conversazione con Dio. La conversazione con Dio è la massima conquista, lo stato più dolce. Essa crea spiritualità, crea consapevolezza e sentimenti celestiali, genera nuove attrazioni del Regno e suscita i sentimenti dell’intelligenza superiore. (‘Abdu’l-Bahá, Star of the West, Volume 5, p. 41 – traduzione personale)
Il digiuno è causa del risveglio dell’uomo. Il cuore si intenerisce e la spiritualità dell’uomo aumenta. Ciò avviene perché i pensieri dell’uomo si limitano a commemorare Iddio e grazie a questo risveglio e a questo stimolo, sicuramente ne conseguono progressi ideali. (Ibid., Volume 3, p. 305 – traduzione personale)
Nel mondo sono stati organizzati molti banchetti, assemblee e incontri, ma quelle riunioni hanno avuto scopi e motivi commerciali, politici, educativi o sociali… Ma, sia lodato Iddio, questo banchetto e quest’assemblea non hanno altro scopo che l’amore, altro scopo che annunciare il Regno divino, manifestare le ineffabili tracce di Dio, rispecchiare i fulgori del Regno di Dio, legare assieme i cuori, servire il mondo dell’umanità, promulgare realtà umanitarie e altruistiche, promuovere e invocare la pace internazionale, illuminare il mondo intero. (‘Abdu’l-Bahá, The Promulgation of Universal Peace 418 – traduzione personale)
Le porte del Regno sono spalancate e le anime elette, sedute all’agape del Signore, partecipano a quel banchetto celestiale. Sia lodato Iddio, anche tu ti trovi a quella mensa, prendi la tua porzione del munifico cibo del cielo. (‘Abdu’l-Bahá, Antologia p. 62)Se questo articolo vi è piaciuto potete ricevere tempestivamente informazioni sui prossimi con i seguenti link: la nostra Newsletter, like sulla nostra pagina Facebook, follow su Twitter
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O FIGLIO DELLO SPIRITO!
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non
allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io
possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere
coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere
per cognizione tua e non con quella del tuo vicino. Pondera
ciò nel tuo cuore, come t’incombe d’essere. In verità la Giustizia
è il Mio dono per te e l’emblema del Mio tenero amore.
Tienila adunque innanzi agli occhi.
(Bahá’u’lláh, Parole Celate, Arabo, n.2)
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